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Yves Rocher si affida a Wellnet per l’acquisto digitale

Yves Rocher è un’azienda nota nel settore della cosmetica che ha coinvolto, nella fase strettamente tecnologica, Wellnet, a cui è stata affidata la realizzazione di una Social Selling Platform di nuova concezione. Il ruolo di Wellnet è stato quello di supportare Yves Rocher soprattutto per l’ottimizzazione della tecnologia applicata, affiancando il cliente nella riprogettazione dell’esperienza di utilizzo, al fine di cogliere tutti i vantaggi offerti dalla piattaforma. Il risultato è una soluzione completamente responsive che si appoggia su cloud (platform.sh), il che la rende affidabile, sicura e scalabile.

Leggi la Rassegna Stampa di Yves Rocher

Il Web Marketing Festival raccontato dalle nostre esperte di Search Marketing 

Dopo aver intervistato la nostra Digital Marketing Specialist, Anna Magri, abbiamo chiesto il parere di Francesca Giannaccini, esperta di SEO, e Sara Paparo, SEM Specialist, a proposito del Web Marketing Festival.

web marketing festival

Cosa ne pensate di questa edizione del festival, che per voi è stata anche la prima?

Sono stati tre giorni bellissimi, passati all’insegna della formazione e del divertimento. Abbiamo trovato tutto estremamente interessante, a cominciare dal discorso di benvenuto di Roberto Saviano, che ci ha ricordato quanto la cultura sia preziosa, specialmente in un mondo guidato dall’innovazione, dominato dalla velocità. Un mondo che non guarda in faccia nessuno.
Per questo diventa quanto mai importante comprendere la realtà, conoscere e riconoscere chi ci sta di fronte. Tutto questo diventa un esercizio fondamentale per interpretare la realtà stessa con spirito e occhio critico.
Tra i principali temi trattati da Saviano c’è stato quello dell’immigrazione, uno dei più caldi degli ultimi tempi. Oggi i media trasmettono messaggi estremamente importanti, parlano di vita e morte, e per noi diventa fondamentale riuscire a distinguere il fatto dall’opinione, senza lasciarci “manipolare” e riuscendo a capire dove si cela la verità.

E tutto questo in che modo si riflette sul digital marketing, argomento dell’evento e della vostra quotidianità lavorativa?

Un settore come il nostro è di straordinaria rilevanza proprio perché ci permette di diffondere diversi tipi di conoscenza, attraverso molteplici canali: social, blog, campagne su Google…e tanti altri ancora. Ma la vera differenza la fa il modo in cui vengono trasmessi i concetti. In un’epoca in cui siamo bombardati ogni giorno da centinaia di informazioni, ed è diventato molto facile accedere a qualsiasi tipo di notizia, diventa importante saper trasmettere fiducia e serietà. Per emergere da questo mare magnum e distinguerci dalla concorrenza, dobbiamo riuscire a trasmettere messaggi di valore per il nostro pubblico. Ecco che allora diventa indispensabile tenersi sempre aggiornati, partecipando ad esempio a eventi come il Web Marketing Festival, che ci consentono di riflettere sul mondo che ci circonda e sulla sua evoluzione, sia digitale che sociale.

Durante le tre giornate di festival, a quali interventi avete assistito?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima fare un breve excursus sul ruolo che svolgiamo in azienda. Le nostre mansioni sono diverse ma complementari: una svolge un ruolo più tecnico, risolvendo ogni giorno problematiche legate alla funzionalità e alla visibilità dei siti web e delle campagne su Google; l’altra invece si occupa del posizionamento dei siti e della redazione di contenuti in ottica SEO. Una è più creativa, l’altra più tecnica: siamo un po’ come due facce della stessa medaglia. Per questo, durante il festival, abbiamo partecipato a speech differenti per approfondire le conoscenze nei nostri rispettivi ambiti e capire in che modo tecnica e creatività possono convivere e arricchirsi a vicenda.

Il primo giorno Sara ha assistito agli interventi della sala UX (User Experience), per approfondire le modalità di navigazione degli utenti sui siti internet e le strategie più efficaci per migliorare costantemente la loro esperienza online. Il tutto, con un occhio di riguardo all’analisi del dato: perché UX non è solo design e creatività ma anche capacità di analizzare i dati e prendere decisioni in grado di guidare l’utente attraverso un piacevole “viaggio” verso la conversione.

 

Ti interessa approfondire il concetto di UX? Leggi il nostro articolo User Experience: l’esperienza dell’utente sul tuo sito è importante

 

Il secondo giorno è stato dedicato agli speech della sala “Search Engine Advertising”. Tra i più interessanti segnaliamo quello di Giorgia Zambianchi, Ristrutturare o partire da zero: come ottimizzare un account «ereditato»?
L’esperta ha illustrato come ottimizzare le campagne, analizzare le metriche e valutare gli errori per decidere se migliorare un account social o rifarlo da zero.

Per quanto riguarda l’ambito SEO, abbiamo apprezzato in particolar modo l’intervento di Matteo Monari “La SEO non esiste”: il suo titolo provocatorio celava un’interessante riflessione su come la SEO non esista in quanto concetto teorico e isolato, ma rimandi a un insieme di tecniche, elementi (contenuti, link, title, meta-description ecc.) tutti egualmente indispensabili.

 

Leggi anche SEO per e-commerce: come posizionare il tuo sito e farti trovare dai tuoi clienti

 

Sono stati molto coinvolgenti anche i webinar tenuti dal team di SeoZoom, uno degli strumenti di search marketing più completi ad oggi presenti sul mercato.

Nel complesso, come definireste questa esperienza?

Entusiasmante e stimolante. Siamo tornate a casa con un bagaglio ricco di nuove conoscenze e competenze nel settore, che sicuramente ci serviranno per raggiungere più facilmente i nostri obbiettivi professionali e offrire un miglior servizio ai nostri clienti.
Non meno importante, abbiamo stretto anche nuove preziose amicizie!

Per concludere, che messaggio vi piacerebbe trasmettere?

Come detto all’inizio di questa intervista, viviamo in un’epoca dominata dalla velocità. Per questo, conoscere (e riconoscere) i percorsi migliori per raggiungere i propri obbiettivi risulta essere un’arma vincente.

Vuoi valutare la tua strategia SEO/SEM o attivarne una?

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Vuoi migliorare l’interazione con i tuoi follower? Ecco come farlo con i post, le stories e i reel.

Ogni giorno, oltre la metà dell’intera popolazione mondiale usa un social network. Proprio così: stiamo parlando di 4,6 miliardi di utenti che, quotidianamente, postano, commentano, reagiscono, chiacchierano, visualizzano, dando vita a quella che è ormai, a tutti gli effetti, l’attività più popolare della Rete.

Nei 147 minuti al giorno che, sempre secondo le statistiche, ciascuno di essi trascorre online, circolano soprattutto foto e video generati e condivisi dagli utenti stessi.

L’enorme popolarità e la spropositata mole di utilizzo hanno spostato il baricentro della fruizione di contenuti dai media tradizionali a quelli “sociali”, generando un rinnovato interesse dei brand che, una volta riconosciuto il potere di questi ultimi, hanno cominciato a cavalcarne le potenzialità, aumentando via via l’intensità del loro coinvolgimento nelle strategie commerciali, di marketing e di comunicazione.

Che si tratti di produrre video, di ingaggiare influencer o di inserire annunci di vendita nelle storie, i social rappresentano un’opportunità straordinaria per fare promozione, interagire con un pubblico molto ampio e fidelizzare i clienti già acquisiti.

Al centro di tutto, oggi, il prevalente è rivestito dalla comunicazione visuale, cioè immagini statiche o in movimento, sempre più diffuse a scapito di quella testuale che, tuttavia, continua ad avere una sua dimensione peculiare, ancora molto efficace in determinati contesti.

social media

Perché video e immagini sono il centro del network

Tutto ciò che non è fatto di parole, ha dalla sua parte una potenza di fuoco intrinseca, e non è un caso se qualcosa come otto contenuti su dieci, nella totalità del traffico Internet, sono rappresentati da video e da immagini.

Il perché lo si può intuire abbastanza facilmente: l’immagine ha un impatto immediato, è di facile comprensione, genera emozioni pronte all’uso e al consumo, persuade, al punto che oggi è indiscutibilmente la tipologia di contenuto in grado di garantire il più alto tasso di conversione in assoluto.

Prendendo in esame soltanto i social network più diffusi e generalisti, tra i più visuali si collocano in primo piano Instagram e TikTok, con Facebook che ha potenziato in modo decisivo tali funzionalità soltanto in tempi recenti, e risulta oggi il più completo in assoluto mentre Pinterest è focalizzato esclusivamente sulle immagini, e Twitter che, da questo punto di vista, risulta molto limitato sotto il profilo della creazione avanzata di contenuti multimediali.

social

Come create Storie e Reel perfetti

Innanzitutto, di che cosa parliamo, esattamente, quando parliamo di Stories e di Reel? Sono funzionalità dei social media che consentono di creare e modificare sequenze di immagini e brevi video (la durata varia a seconda della piattaforma sulla quale vengono creati) inserendo al loro interno anche elementi testuali, grafici e audio.

Se il loro successo tra l’utenza consumer è palese, meno nota è la loro efficacia anche in ambito B2B, sia per le attività di vendita diretta che come oggetto di campagne di marketing, anche per le imprese di piccole dimensioni (e budget), data la semplicità nel produrli.

Grazie alle loro numerose funzionalità native per la creazione di contenuti, le storie e i reel sono, per molti versi, il punto di atterraggio ideale per creare contenuti ad alto tasso di interazione.

Tuttavia, il raggiungimento di questo obiettivo è frutto di un processo semplice ma non banale e, anzi, esistono tecniche ben codificate per massimizzare la probabilità che far sì che i tuoi follower interagiscano con le stories e i tuoi reel. Vediamone qualcuna:

1. Cerca di essere spontaneo

È universalmente riconosciuta come la regola n°1, una conditio sine qua non connaturata con il medium stesso, la sua grande peculiarità. Significa che, in una storia, quel che paga di più è l’umanità che contiene e che trasmette, il suo lato più autentico e, appunto, spontaneo, a prescindere dal contenuto e dalla finalità del messaggio che vuoi veicolare. Il perché è fin troppo scontato ed è racchiuso nel fatto che i tuoi follower si aspettano proprio questo dai tuoi contenuti.

2. Cerca di essere accattivante

Vuoi essere certo di aver raggiunto il più alto grado possibile di coinvolgimento? Ecco, allora cerca sempre di usare tutti gli strumenti che il mezzo ti mette a disposizione, pescando a piene mani tra quiz, sondaggi, emoji, gif animate e corredo musicale.

3. L’importanza alle descrizioni

Se, come spesso accade, l’obiettivo che sta dietro alla realizzazione delle tue stories e dei tuoi reel è principalmente quello di far conoscere i tuoi prodotti o i tuoi servizi, cerca di mostrarne le caratteristiche, come se dovessi costruire dei tutorial che descrivano il loro funzionamento. All’interno dei video e dei vari frame delle stories, potrai anche inserire frasi ad hoc per chiedere feedback o consigli.

4. Il backstage

Tra la storia di un prodotto e quella di un servizio, c’è anche spazio per dare un volto al tuo brand. Si tratta, qui, di una sorta di estensione del punto 1, ulteriormente enfatizzata: nel mostrare il tuo lato umano, dovrai, in altre parole, “metterci anche la faccia”, dal suo lato migliore, ma anche da quello meno perfetto, raccontando, per esempio, gli errori che hai commesso e le cose che non sono andate, esattamente, come ti eri aspettato.

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5 Consigli per interagire al meglio con i tuoi follower

Ma non è tutto, anzi siamo soltanto all’inizio, alla prima parte dell’opera, poiché, una volta realizzato e postato, un contenuto dev’essere spinto in modo tale che venga visualizzato dal maggior numero possibile di utenti. Per far crescere il coinvolgimento dei tuoi follower avrai a disposizione diverse tecniche, mirate a sollecitare azioni attive sui tuoi contenuti da parte della tua audience.

In generale, per massimizzare l’efficacia del cosiddetto post engagement valgono le solite regole, le quali suggeriscono di far interagire il proprio pubblico con i contenuti, sollecitando commenti e reaction. Ma si può ulteriormente raffinare questa attività tenendo in debita considerazione diversi altri principi.

Eccone alcuni:

1. Utilizza gli hashtag con criterio

L’utilizzo degli hashtag, cioè le keyword contestuali che permettono di aggregare contenuti che trattano di un medesimo argomento, è quanto più che mai vario e diversificato. C’è chi ne usa molti, chi li inserisce con parsimonia, chi non li usa affatto.

Senza soffermarsi troppo sulla loro indiscussa utilità nell’amplificare il numero di utenti e quindi di interazioni, è importante capire quale sia il numero giusto di parole-chiave da inserire nei post, nelle storie, nei video.

Secondo le più recenti teorie, il numero perfetto di hashtag da includere è 6 ed è molto importante che essi siano poco generici, ma anzi quanto più possibile attinenti al contenuto pubblicato.

2. Utilizza i tag con (ancora più) criterio

Soprattutto nell’influencer marketing, includere all’interno dei tuoi post il riferimento all’account di altri utenti (amici o influencer che siano) può rivelarsi una mossa vincente. Ma attenzione: si tratta di un’attività da svolgere con una certa cautela, poiché il filo che separa il tagging dallo spam è molto sottile e se si esagera si corre il serio rischio di svolgere un’operazione controproducente.

3. Cura il tuo profilo

Il primo ineluttabile task, il cui mancato completamento rende inutili tutti gli sforzi, consiste nella massima attenzione al tuo profilo, che dovrà concretizzarsi nel curare la tua bio e le tue storie in evidenza.

Soltanto dopo, potrai creare legami di valori e una community solida, condividendo contenuti di alta qualità in modo coerente con didascalie complete e dettagliate.

4. Collabora e sperimenta

Fatto questo, potrai dedicarti all’interazione con il tuo pubblico, rispondendo sempre ai commenti e ai direct dei tuoi follower. Se ti taggano, restituisci sempre un feedback e cerca di mantenere viva la conversazione.

Molto importante sarà anche la collaborazione con gli influencer e con tutti i partner che, a vario titolo, collaborano con il tuo brand.

Ultimo non ultimo non perdere mai la voglia di sperimentare diversi tipi di contenuti, siano essi immagini, video, stories, e IGTV.

5. Geolocalizzati

Per geolocalizzazione si intende indicare la posizione geografica (nel mondo) del tuo telefono o del tuo computer.

Poiché la ricerca di nuovi luoghi e tendenze è uno dei capisaldi del social networking, l’aggiunta di una posizione ai tuoi post può aumentare il numero di persone raggiunte e quindi ottenere una più alta probabilità di generare nuove interazioni.

Questa funzionalità può essere molto utile anche alle imprese locali: quindi cerca sempre di includere la  posizione, attraverso foto, video e anche tra le storie.

Infine, se non ne hai già uno, crea nel tuo account un tag di posizione specifico per la tua azienda o per il tuo brand, in modo tale che le persone possano iniziare ad aggiungere il tuo luogo e vedere tutti i post localizzati e monitorare cosa la tua comunità dice di te.

Vuoi creare il tuo Piano Edioriale?

 

AI e Virtual Influencer: Esploriamo nuovi strumenti del marketing digitale

Parlare di intelligenza artificiale abbinata a progetti digitali e di marketing, è sempre molto spinoso. Siamo in una fase sicuramente estremamente effervescente, dove le novità sono all’ordine del giorno, tutto ciò porta quindi a interrogarsi su come poter integrare queste nuove tecnologie all’interno delle nostre attività.

Aldilà dei più conosciuti sistemi di intelligenza artificiale che ci supportano nella creazione di materiali come articoli, immagini, o che ci forniscono soluzioni a problemi banali, esistono sistemi ben più complessi che ci permettono di approcciare a nuovi mondi (o anche vecchi ma in modo nuovo). 

Virtual Influencer e AI generativa: un trend in forte crescita

il caso ad esempio dei virtual influencer, un trend molto in voga all’estero e che in qualche modo stiamo iniziando a vedere anche noi in Italia. (Venere sei tu?) 

Le strategie integrate con questi influencer generati dall’AI, hanno sicuramente pro e contro, tuttavia concentriamoci sullo strumento, sulle potenzialità dello stesso, e sulle possibili implementazioni di valore che si potrebbero creare. 

Abbiamo condotto un esperimento, e anche noi ne abbiamo creato la nostra Virtual Influencer.

Quando i numeri si mixano alla fantascienza (o no?) 

Le Virtual influencer nascono ormai anni fa e in giro per il mondo hanno riscosso un discreto successo: un po’ per la novità, un po’ perché molti utenti ancora oggi, non hanno capito trattarsi di avatar virtuali a tutti gli effetti, seppur generati con un sistema molto avanzato e fotorealistico. Per darvi qualche numero i profili più famosi sono seguiti da oltre 3 milioni di italiani, in particolare dal target Gen Z e Millennials. 

Ma quindi: è difficile (o facile) creare una Virtual Influencer?

Entrando nel merito dell’esperimento fatto, va fatta una doverosa premessa: per creare un mix strategico competitivo occorre a monte uno studio ad ampio spettro sul cliente, sulla nostra azienda, sul target e via dicendo, nel caso specifico andrà inoltre fatta più di qualche riflessione sul come integrare in modo corretto lo strumento. 
 
Detto ciò, per generare un virtual influencer interessante, occorrerà anche uno studio relativo all’aspetto estetico del soggetto che andremo a realizzare. Questo ci permetterà di creare non solo un personaggio unico nel suo genere per differenziarsi da tutti gli altri, ma anche estremamente allineato al target che ci piacerebbe colpire.

Ti presento Fooocus! 

Lo strumento che ho utilizzato si chiama Fooocuss, basato sulla tecnologia di Gradio e permette attraverso un’interfaccia grafica di definire le caratteristiche del personaggio da generare e nel tempo di mantenerle invariate: mentre con i sistemi più conosciuti ad esempio Copilot, Midjourney e DALL-E, ogni volta che viene ri-generata un’immagine possono essere presenti piccoli artefatti, ad esempio occhi diversi, taglio di capelli diversi etc. con questo tool avremo la possibilità di utilizzare la prima immagine generata come reference (o traccia) in modo da riuscire a utilizzare sempre lo stesso modello all’interno dei vari contesti. 

L’uso dello strumento è molto semplice e alla portata di tutti, permettendo a chiunque di avere dei materiali fotografici assolutamente fotorealistici, aprendo le porte a nuovi orizzonti. 

 

Come funziona Fooocus?  

Il download di Fooocus avviene da Ghithub: una volta scaricato, avviando l’eseguibile verranno scaricati i vari asset utili per le prime generazioni.

Il secondo passo è quello di dare in pasto all’AI le informazioni di base utili alla generazione del nostro influencer: caratteristiche fisiche, la posa, e altre info di contorno per permetterci di generare il nostro personaggio. 

Fatto ciò, basterà cliccare “generate”.

Il tool ci permette come detto in apertura di generare nuove foto mantenendo invariato il soggetto o addirittura migliorandone alcune caratteristiche, ad esempio la qualità degli occhi, dei capelli e così via.

Ora ho il personaggio, quindi cosa faccio? 

Libero sfogo all’immaginazione: con Fooocus potremo andare a creare interi book fotografici, mixando quello che più ci aggrada e dando in pasto all’AI anche foto reference.

Facciamo  un esempio pratico:
Utilizzando le funzioni “face swap” (per mantenere invariato il viso) e “PyraCanny” (per la posa) sarà possibile dare in pasto al sistema delle foto reference da far copiare alla nostra influencer. Nel mio caso ho proprio chiesto al sistema di far posare il soggetto come nella foto di destra:

Avrei potuto migliorare ulteriormente la resa, chiedendo al sistema di riprendere in modo più preciso alcune cose (es. la lunghezza dei capelli). Questo è il risultato con letteralmente quattro clic. 

Dopo aver generato quindi il nostro book mi sono lanciato nella pubblicazione online del profilo studiato ad hoc per questo esperimento. Per poter crescere rapidamente ho adottato una strategia molto in voga tanti anni fa(ironia), semplice ma efficace: interagire con il numero massimo di utenti presenti su Instagram. 

La community delle influencer virtuali è veramente vasta e sono tendenzialmente molto attive nel supporto anche reciproco: una volta entrato nel giro, si verrà letteralmente accerchiati da altri Virtual influencer. 

Gli utenti “reali” invece tendenzialmente non riescono a cogliere che il nostro personaggio è generato attraverso intelligenza artificiale. 

Le interazioni, quindi, non sono mancate né al di sotto dei post né nei messaggi privati. 

In conclusione, funziona questo strumento? Come possiamo sfruttarlo all’interno delle strategie aziendali? 

Una riflessione però va fatta: come un’azienda può sfruttare effettivamente questi tool? Ma soprattutto possono essere utilizzati in ogni contesto e in ogni settore? 

Dipende, come sempre, da obiettivi e strategie. 

Come anche l’adozione dei più classici influencer, non si può standardizzare una strategia per tutte le realtà. Il nostro suggerimento è assolutamente quello di iniziare a conoscere tutti gli strumenti basati sull’intelligenza artificiale. 

Collaborare con una virtual influencer e quindi ingaggiarla come se fosse un classico influencer, è da valutare con molta attenzione: alle spalle di questi influencer, nella maggior parte dei casi, possiamo trovare normalissimi utenti in cerca di un guadagno facile. Occorre quindi selezionare con attenzione e fare un check approfondito anche sulle performance del profilo. 

Inoltre, abbinare il proprio prodotto a una virtual influencer potrebbe essere in alcuni casi controproducente, bisogna studiare davvero molto bene la strategia che si vuole adottare. 

Strutturare un piano di comunicazione coinvolgendo una virtual influencer e dichiarando la collaborazione con la stessa, evidenziando la natura del profilo, potrebbe invece essere interessante e divertente anche per i follower. 

Come sempre quindi una buona strategia, mixata ai giusti strumenti, con obiettivi chiari e realmente raggiungibili, possono permetterci di arrivare a destinazione senza perderci per strada. 

Noi di PRISMI S.p.A. ci teniamo sempre ad essere aggiornati sulle novità di settore! Guarda il nostro webinar gratuito sull’opportunità e i rischi di utilizzare l’Intelligenza Artificiale per le Piccole e Medie Imprese

Video per la ristorazione: come farli e perché saranno la svolta per la tua attività.

Due sensi, la vista e l’udito, per gratificarne un terzo, il gusto. È racchiusa tutta in questa piccola suggestione una delle modalità oggi più interessanti da sperimentare per chi si trova alle prese con il dover promuovere un’attività che ha a che fare con la ristorazione.

Traducendo la figura retorica qui sopra, stiamo parlando di video e di come possa rivelarsi – anche quando si ha a che fare con il cibo – una soluzione vincente all’interno di una strategia multi/omnicanale su ogni digital touchpoint, dal web ai social fino alle piattaforme di review.

D’altra parte, vale la pena ricordare che, a prescindere dal soggetto e dalla categoria merceologica dell’emittente, le immagini animate sono oggi lo strumento di marketing digitale più efficace in assoluto. Sotto più di un aspetto.

Lo dicono le cifre, innanzitutto. Altisonanti. Come quelle che testimoniano la loro predominanza tra tutti i contenuti della Rete e dei social: quasi 8 contenuti su 10 sono video, le loro moli di condivisione hanno percentuali enormemente elevate (anche superiori al 1.000 per cento), le campagne di advertising che li contengono hanno tassi di conversione superiori del 34 per cento rispetto quelle che si appoggiano a testi e immagini statiche e, ultimo non ultimo, generano ricavi molto più alti della media, fino a quasi il 50 per cento in più.

foto

Immediatezza, empatia, persuasione

Le ragioni di questo straordinario successo si possono intuire con una certa facilità: i video sono immediati, generano emozioni, persuadono. Più di ogni altro medium online.

Premesse a parte, torniamo all’oggetto di questa analisi, che è sì il video, ma in una sua declinazione molto particolare che, cioè, ha a che fare con il mondo del food e dei canali in cui viene distribuito, o meglio, “servito”. Parliamo quindi di ristoranti e trattorie, bar, hotel e tutta la costellazione di locali e attività che rientrano nel genere.

Se sei il titolare o il responsabile della comunicazione o delle PR di una realtà commerciale che rientra nella categoria, oggi non puoi più trascurare o, addirittura, ignorare le potenzialità che il video marketing mette a tua disposizione per rendere il tuo locale – e ciò che esso offre – più rintracciabile sui social e a seguito delle interrogazioni ai motori di ricerca, e più visibile al tuo target di riferimento.

La prima cosa da tenere in considerazione è che, anche qui, come in tutti gli “oggetti” della comunicazione, c’è stato uno shift tra due mantra: lo “storico” Content is the king e il (relativamente) nuovo Quality is the queen.

video making

La qualità regna sovrana

Pertanto, e a maggior ragione quando si ha a che fare con un prodotto come il cibo è bene che la qualità della realizzazione di un video sia tenuta in massima considerazione. Infatti, in questo settore più di altri, l’aspetto è parte integrante di un’experience più ampia che culmina con il piacere prodotto dalle papille gustative.

Se hai la possibilità di fare ricorso a professionisti, siano essi registi, videomaker, fonici, montatori, usali: il prodotto finale ne gioverà. E questo vale soprattutto per i video istituzionali che raccontano il tuo locale e le sue attività,

Tuttavia, se non hai le risorse economiche necessarie, se non ti senti ancora pronto per un investimento importante e, in ogni caso, per la creazione di contenuti quotidiani, non disperare perché oggi uno smartphone di qualità e una buona app di editing video permettono di fare cose strabilianti.

Un consiglio: che si tratti di incentivare la prenotazione di un tavolo o l’ordinazione di un delivery cerca di non dare mai un’impronta troppo commerciale.

Il potere delle idee

Ma veniamo al dunque. Dopo aver sistemato la parte “tecnica” che sta dietro alla realizzazione del video, cioè il contenitore, occorrerà definire con cura il suo oggetto più importante, cioè il contenuto.

Qui, a fare la differenza saranno le tue idee e la capacità che avrai nell’immedesimarti nei tuoi spettatori. L’obiettivo è quello di prevedere le aspettative e possibilmente esaudirle.

Per cominciare a impostare una strategia di questo tipo ricordati sempre che andare al ristorante soddisfa sì un bisogno primario, ma è anche un’esperienza sensitiva a tutto tondo. Pertanto, oltre ai perfino ovvii videoracconti tesi a spiegare la preparazione dei piatti e la qualità degli ingredienti, rendi il tuo utente partecipe di tutto ciò che c’è dietro (e di lato) alla tua attività.

In altre parole, dovrai cercare di dare, letteralmente, un volto al tuo lavoro, offrendo la parte “più umana”  in cui esso si svolge, e dando il giusto spazio anche a ciò che avviene dietro le quinte di un’attività di ristorazione, cioè il backstage, con i suoi pro e anche i suoi contro, mostrando, cioè, anche tutti quei casi in cui una ricetta o una mise en place non sono andate nel modo esatto in cui ti eri aspettato.

E poi ci sono le persone, cioè gli artefici di ciò che il tuo cliente potenziale sta cercando sul tuo sito, sui tuoi social o sulla tua piattaforma video.

Quindi, oltre alla sala, dovrai far vedere il personale che ci lavora, mostrare come si interfaccia con i clienti ai tavoli e con la cucina; intervistare lo chef e gli altri cuochi, facendo raccontare loro quali strumenti usano e che cosa amano cucinare. Senza dimenticare un confronto con i tuoi fornitori, raccontando il perché li hai scelti e lasciando a loro la parola sulle caratteristiche delle materie prime.

Una volta predisposta una “linea editoriale” più o meno stabile per la produzione dei tuoi video dovrai conoscere e imparare a padroneggiare i tre principali social sui quali essa si concretizzerà nel quotidiano.

Per esempio, che si parli di Facebook, di Instagram o di TikTok non sottovalutare mai la forza delle trasmissioni in diretta. Il modo più interessante per sfruttarne le potenzialità dell’audience rimane in ogni caso la realizzazione di Storie, Reel e video brevi (che, in tutti i casi, possono essere arricchiti da effetti grafici, musiche e testi), che potrai creare, gestire e promuovere in modo semplice, anche con un budget a disposizione limitato e rendendoli protagonisti poi di campagne ad hoc a pagamento.

Scopri come realizzare Video Snack e Professionali per la tua azienda.

 

 

Video marketing: perché conviene

 

video marketing

Il video marketing è la nuova frontiera del content marketing.

Questo formato, infatti, rappresenta il contenuto di maggior successo su tutte le piattaforme social, e inserirlo nella tua strategia digitale è una scommessa vincente.

I contenuti video sono facilmente fruibili dall’utente. In un panorama digitale sovraffollato di informazioni testuali, rappresentano una modalità di comunicazione più immediata e appealing. Non per niente, infatti, ogni giorno vengono visualizzati video per oltre un miliardo di ore su YouTube, e la componente video è uno dei trend del content marketing per il 2019, come abbiamo visto in quest’articolo.

Se vuoi creare una strategia di digital marketing competitiva, dovrai trovare il modo per inserirvi dei video.

Se questo dato non ti ha soddisfatto, continua a leggere per scoprire:

I numeri del video marketing

Ogni giorno in tutto il mondo vengono guardati 5 miliardi di video su Youtube. Il 45% degli utenti online visualizza almeno un’ora di video durante la giornata.

I video, inoltre, generano il 1200% di condivisioni in più rispetto a contenuti testuali o immagini. Un chiaro segno di come questo genere di comunicazione possa giovare alla tua comunicazione! Oltre il 72% dei marketer, sia B2B che B2C, ha già inserito dei video nella propria strategia.

Fai attenzione a creare video efficaci: la durata, per esempio, è importante. Il 60% degli utenti smetterà di guardare un video dopo 2 minuti, e solo il 5% dopo un minuto. Ricordati anche di dotare i tuoi video di sottotitoli accurati: l’85% dei video su Facebook, infatti, vengono visualizzati senza audio.

Adesso che conosci meglio il panorama della fruizione video, sei pronto a scegliere:

Tipi di video

I video possono declinarsi in diverse forme. Dalle video interviste (a membri della tua azienda o personalità di rilievo nel tuo ambito) ai vlog (video blog), dai video tutorial alle recensioni da parte di testimonial, fino alle pubblicità e allo streaming di eventi.

Ciascuna modalità ha i suoi vantaggi.

Un tutorial, ad esempio, può unire la sponsorizzazione del prodotto o servizio con la dimostrazione pratica del suo funzionamento. Per l’utente seguire istruzioni video può essere più pratico e immediato che leggere un lungo “how to” testuale.

Questo è un esempio di video tutorial che spiega come installare Drupal per sviluppare o importare siti web:

Le interviste, invece, contribuiscono a instaurare una conversazione con gli utenti. Che il protagonista sia un influencer o un membro della tua attività, questo tipo di video aiuta a rendere più “umana” l’immagine della tua azienda.

Vediamo ad esempio l’intervista di una dipendente aziendale in occasione del Web Marketing Festival (l’evento internazionale sull’Innovazione Digitale):

Infine, coinvolgere testimonial nei tuoi video può aumentare la visibilità della tua attività sui social network, mentre i video live ti offrono l’occasione perfetta per stimolare l’interazione da parte del tuo pubblico di clienti e potenziali tali.

Quale di queste soluzioni è la più adatta alle tue esigenze? Se vuoi, discutiamone insieme!

Stai cercando un fornitore che ti affianchi nello sviluppo della tua strategia di Video Marketing?

PRISMI, una delle più solide e affermate realtà industriali nel settore del digital marketing italiano, si rivolge a tutte le realtà imprenditoriali, dalle PMI ai grandi gruppi industriali, offrendo servizi innovativi, customizzati e integrati, progettati per sviluppare una presenza online di successo.

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Video animati o video cartoon: i contenuti animati che fanno bene al tuo business.

Statiche o in movimento, le immagini sono la colonna portante della tua identità visuale e il miglior supporto alla tua strategia di marketing digitale.

Le statistiche più attuali dimostrano come oggi i video siano l’oggetto prevalente tra i contenuti del web e dei social e la loro presenza è in cima a tutte le classifiche di fruizione, di condivisione e di efficacia nelle attività di Adv, sia dal punto di vista dei tassi di conversione che della generazione di ricavi.

Il perché di tutto ciò è semplice da intuire. I video, più di ogni altro medium, a prescindere dal canale che li veicola, sono facili da comprendere e quindi sono in grado di arrivare in modo diretto allo spettatore, generano emozioni e si prestano molto bene per scatenare ciò che ogni esperto di marketing si augura di ottenere come obiettivo dei propri piani di customer engagement.

Stiamo parlando della viralità, cioè di quel fenomeno che, sfruttando spesso tecniche di produzione del contenuto non convenzionali, produce un’emozione positiva in una cerchia di utenti ristretta ma in grado di far propagare il messaggio che contiene in maniera straordinaria.

Tra i mezzi migliori per creare questo preziosissimo genere di contagiosità c’è sicuramente una particolare tipologia di video, cioè quella che sfrutta un mix di tecniche fatto di disegni, illustrazioni, grafiche statiche o animate: i video animati o video cartoon.

Le loro finalità sono numerose e le loro caratteristiche li rendono adatti a ogni categoria merceologica e a diversi tipi di messaggio, con una garanzia molto vicina alla certezza che il ritorno sull’investimento sarà elevato e che l’immagine della tua azienda e le caratteristiche dei tuoi prodotti siano spiegati in maniera chiara ed efficace, anche quando si tratta di concetti complessi o astratti, grazie al giusto equilibrio di immagini, testi e musica.

La loro creazione può essere anche molto semplice e dai costi contenuti, purché non difetti dei giusti ingredienti: creatività, l’approccio adeguato e gli strumenti opportuni.

Per le loro stesse caratteristiche, i video animati potranno risultare estremamente funzionali anche all’interno di una content strategy basata sulle 3H (Hygiene, Hub e Hero), la modalità a piramide con la quale si riesce a raggiungere un tasso di coinvolgimento e di conversione in molti casi superiore ad altre tecniche più convenzionali.

video

VIDEO ANIMATI: LE PRINCIPALI TIPOLOGIE

1. Esplicativi

Perché dovresti cercare di raggiungere il tuo pubblico o rispondere alle sue domande con un testo scritto quando, invece, puoi creare un video conciso e accattivante e ottenere un risultato migliore in termini di efficacia?

I video animati si prestano bene a spiegare argomenti o a guidare il pubblico nell’esposizione del funzionamento di una dinamica o di un processo, poiché hanno la grande capacità di ridurre notevolmente la complessità in pochi e semplici passaggi.

Talvolta, per raggiungere un obiettivo, basta anche soltanto un breve titolo e una serie di animazioni della durata anche inferiore al minuto.

2. Di prodotto (o servizio)

Poche cose sono in grado di catturare l’attenzione dello spettatore come un video in cui, per presentare un prodotto o un servizio in vendita, si fa uso di un’animazione che andrà a concludersi con una call to action, ovvero l’invito a compiere a un’azione, con il link diretto alla pagina per effettuare l’acquisto.

3. Promozionali

Quando un video nasce con l’intento di promuovere il tuo brand, sintetizzarne l’essenza con una serie di immagini, musiche, suoni e animazioni può rappresentare un’ottima soluzione per dare vita alla sua firma visuale, cioè l’impronta distintiva, per immagini, del tuo business.

4. Infografici

Vuoi raccontare la storia della tua azienda, di un prodotto, di un servizio o di un processo rilevante del tuo business? Il modo migliore è fare ricorso a un’infografica animata, dove l’informazione è veicolata attraverso una forma che, più del testo, sfrutta elementi visivi, animazioni e grafici in modo coinvolgente.

TRE REGOLE PER CREARE UN VIDEO ANIMATO EFFICACE

1. Conosci il tuo pubblico

Come ogni contenuto, i video animati danno il meglio di sé quando i loro creatori conoscono bene il pubblico al quale intendono rivolgersi. In questo caso il principio è valido come non mai, perché gli elementi di un video cartoon – lo stile, l’atmosfera, la scelta dei colori, il mood generale – possono essere “maneggiati” in modo molto vario e pertanto personalizzati in maniera molto precisa per incontrare i gusti dello spettatore. Pertanto, quanto più conoscerai il tuo target, tanto più sarai in grado di creare video in grado di intercettare al meglio il suo gusto.

2. La preparazione

Dopo aver definito lo storytelling del tuo video, non puoi prescindere dalla creazione di una sceneggiatura e dal conseguente storyboard. Tutto ciò permetterà di snellire e accelerare molto il lavoro di creazione vero e proprio.

3. Gli strumenti

Ciò che dovrai, a tutti i costi, cercare di ottenere con la realizzazione del tuo video animato è un elevato grado di coinvolgimento. Per avere una ragionevole certezza che ciò accada, il modo migliore è ingaggiare un animatore di talento selezionato in base al suo stile e alla sua tecnica (realistica, cartoon, didascalica, eccetera) e non badare a spese per ciò che riguarda l’utilizzo di animazioni di alta qualità che, solitamente, sono realizzate con strumenti di grafica vettoriale e di disegno professionale.

Se, invece, al fine di contenere i costi deciderai di non affidarti a un professionista ma di preferire il fai-da-te, potrai scegliere il tuo strumento di editing ideale tra moltissime opzioni gratuite o low cost. Nella scelta, prediligi un software che preveda, al suo interno, una gamma di animazioni già pronte all’uso (in molti casi sono già suddivise in categorie tematiche) e, se sei proprio a digiuno di competenze in questo ambito, assicurati che l’interfaccia utente sia intuitiva e di facile utilizzo.

Infine, un errore che spesso si commette nella realizzazione di un video è quello di concentrarsi soprattutto sulla parte visuale, finendo per trascurare tutto ciò che ha a che fare con la parte audio. I suoni e la musica, infatti, nell’economia del prodotto finale, hanno una rilevanza del tutto paragonabile a quella delle immagini.

Abbiamo parlato di come creare contenuti Video professionali, Cartoon e Snack per le PMI nel nostro webinar.

 

 

Video content marketing: realizzare contenuti video coinvolgenti per la tua azienda

 

I video sono i contenuti di maggior successo tra tutti i canali digitali e le piattaforme social: aumentano l’engagement dei tuoi post, veicolano con facilità le conversioni da utenti a clienti, aiutano la crescita del tuo sito web migliorando il posizionamento sui motori di ricerca. Occorre, dunque, integrare la video content marketing all’interno della tua strategia digitale e tenere conto che esistono più tipologie di video da poter realizzare: dai video professionali e istituzionali ai video snack e fai da te.

realizzare video content

I numeri sul video content

In questo momento storico i video sono diventati fondamentali nelle strategie di digital marketing, in quanto sono i contenuti di maggior successo tra tutti i canali digitali e le piattaforme social. In un panorama sovraffollato di informazioni testuali e visive, i video rappresentano una modalità di comunicazione più immediata, accattivante e facilmente fruibile dall’utente.

Nell’ultimo report di WeAreSocial è stimato che il 92% degli italiani guarda video online. La fascia d’età degli utenti più attivi è 25-34 anni e sono per la maggiore di sesso maschile – gli uomini passano in media il 40% di tempo in più a guadare video rispetto alle donne. Dato ancora più interessante se si pensa che 9 italiani su 10 sono utenti internet, e che l’88% degli italiani effettua almeno un accesso al giorno alla rete.

La domanda di video è in costante aumento, come si evince dal report “State of Video Marketing”, pubblicato da Wyzowl a maggio 2021. Si evidenzia che una persona consuma in media 18 ore di video alla settimana, due in più rispetto al 2020. E CISCO prevede che nel 2022 il 79% del traffico web globale sarà rappresentato da video. Già ora sembra che il 78% del traffico dati tramite smartphone siano dovuti allo streaming di video. Nello specifico, in Italia, durante il 2020, gli utenti ha speso in media 3 ore e 40 minuti al giorno a guardare video sul web.

I numeri del video content marketing

Perché integrare le tue strategie digitali aziendali con i video

Se i dati mostrati sopra non ti hanno convinto che implementare una video content marketing nella tua social o digital strategy sia una mossa vincente, ecco altre buone motivazioni che ti spingeranno a realizzare video online per la tua attività.

  • Aumentano la visibilità online, i contatti e le conversioni: grazie a questi contenuti molti riconoscono che il traffico sul loro sito web è aumentato, così come le vendite e la lead generation. L’89% dei marketers si reputano soddisfatti del ritorno sull’investimento (ROI) e, di questi, il 99% affermano che continueranno ad usare strategie di video marketing. Coloro che non hanno ancora iniziato ad usarlo spiegano che sono frenati proprio dalla paura di non avere un ritorno, ma il 69% di loro dichiara che comincerà ad utilizzarlo entro fine anno. Secondo Optinmonster, i video ottengono il 66% di lead qualificati in più all’anno. Non solo, la stessa statistica dimostra che l’utilizzo di questi contenuti nel medio periodo fa registrare un aumento di notorietà del brand. Inoltre, il 93% dei marketer dichiara di aver convertito almeno un nuovo cliente grazie a un video sui social media.

 

  • I consumatori hanno espresso il desiderio di vedere sempre più clip dei loro brand preferiti. I consumatori non si dimostrano interessati solo all’ intrattenimento, anzi prediligono i video informativi e educativi. Ce lo confermano i dati Hubspot 2020: più del 54% dei consumatori vuole vedere più video dei propri brand preferiti.

 

  • Catturano l’attenzione dell’utente online: su qualunque piattaforma, questi formati sono il modo più efficace per catturare l’attenzione del tuo pubblico, che tende spesso a ignorare parte dei contenuti scritti o audio. L’utente è portato a compiere uno sforzo minore rispetto a quello necessario per leggere un articolo. Se ci fosse stato un video che spiegava tutto quello che stai leggendo in questo articolo, probabilmente avresti scelto di guardarlo piuttosto che leggere fino a qui.
  • Fidelizzano l’utente. I contenuti video sono caratterizzati da un approccio più umano e caldo, rispetto al contenuto scritto, che permette all’audience di immedesimarsi più facilmente e rafforzare così il legame con il brand. Ecco perché molti scelgono di coinvolgere il loro pubblico tramite campagne di video marketing chiedendo ai propri utenti anche di condividere video sui propri canali – si pensi alle challenge su TikTok .
  • Influenzano maggiormente la decisione d’acquisto: un sondaggio, sempre condotto da Wyzowl, ha dimostrato che circa 8 su 10 utenti hanno acquistato un software o un’applicazione dopo aver guardato il video del brand. Addirittura, lo stesso Google ammette che influenzano gli utenti di internet, ricordando loro cosa devono acquistare e fornendo recensioni utili sui prodotti a cui sono interessati.

 

  • L’82% del traffico internet mondiale entro il 2022 arriverà dallo streaming e dal download video.

Tipologie di Video da utilizzare per la tua attività

A questo punto è evidente a tutti che il video è uno strumento di marketing altamente efficace e davvero irrinunciabile per la tua attività. Ma ci sono un’infinità di format video che si possono vedere online, ognuno con specifiche peculiarità e obiettivi diversi.

Iniziamo a dividere i video in due macrocategorie:

  • Professionali. Contenuti istituzionali realizzati da professionisti di strategie digitali e videomaker.
  • “Snakable” o “fai da te”. Clip che ognuno di noi, grazie a uno smartphone, riesce a realizzare. Video “cotti e mangiati”, adatti per le stories Instagram, per YouTube e Facebook.

Entrambe queste classi di video possono declinarsi in diverse tipologie di contenuti creativi:

  • Tutorial, che spiegano ai nostri utenti come realizzare o ideare qualcosa. Possono essere contenuti utili alla nostra fan base per raggiungere determinati obiettivi, possono essere fonte di ispirazione o creatività oppure esplicativi dei prodotti/servizi.

  • Le Interviste: contribuiscono a instaurare un dialogo con gli utenti. Che il protagonista sia un influencer, un membro della tua attività o un tuo cliente, questo tipo di video aiuta a rendere più “umana” l’immagine della tua attività.

  • Vlog: un video blog che racconta un’esperienza, che non per forza deve essere un’esperienza di viaggio o culinaria, ma potrebbe essere una sfilata di moda all’interno del tuo negozio di abbigliamento, la riparazione di una caldaia, o la manutenzione della moto o dell’auto.
  • Spot pubblicitari: uno degli strumenti audiovisivi più diffusi per la realizzazione di una comunicazione aziendale
  • Shoppable video: contenuti di alta qualità con fini commerciali. I video in questione migliorano l’esperienza di shopping online. Basti pensare ai video di presentazione degli abiti sulle app di Asos o Yoox: questo contenuto migliora la consapevolezza sul prodotto da parte dell’utente.

I canali digitali sui quali puoi utilizzare i video professionali e video fai da te

Siamo arrivati al punto di chiederci: quale piattaforma prediligere per il video content marketing?

  • I canali social: sono il canale digitale più idoneo a ospitare il formato video snack. Secondo le ultime statistiche, la piattaforma più popolare è YouTube, con circa 9 su 10 digital strategist che affermano di utilizzarlo per il video marketing (Wyzowl, 2021). Il gigante dello streaming video è seguito dal re dei social network, Facebook, e sorprendentemente, LinkedIn. Ancora non si conosce chiaramente l’impatto dei formati video REEL su Instagram, ma si prevede che possano ricoprire un ruolo di rilievo nel settore. Quali formati video utilizzare sui social? Social Insider (link esterno) ci suggerisce nel suo report aggiornato a luglio 2021 di utilizzare video fai da te di lunghezza compresa tra 2 e 5 minuti, con una caption breve e con formato verticale (creano più interazione rispetto agli orizzontali). Inoltre, è consigliato utilizzare le live.
  • I canali istituzionali: il sito web. Il sito web e i canali di marketing tradizionale (tv) sono canali che ospitano il video professionale. A differenza dei social, dove tutto è veloce e si esaurisce in fretta, il sito web ha una durata maggiore nel tempo, ecco perché un video realizzato da un professionista merita un posto sul sito o all’interno di una campagna pubblicitaria.

 

E tu, cosa pensi di fare rispetto a questo trend? Se sei interessato a saperne di più sui video puoi guardare gratuitamente i nostri webinar registrati  oppure contattaci per conoscere la nostra offerta sui video professionali!



Variazione della denominazione sociale

Primi Sui Motori S.p.A, una delle società leader nel settore del web e digital marketing, quotata sul mercato AIM Italia, ricorda che, coerentemente con quanto deliberato dall’Assemblea ordinaria nonché comunicato lo scorso 27 aprile, dal prossimo 2 ottobre 2017 la società adotterà la denominazione PRISMI S.p.A.

Leggi il comunicato stampa

 

User Experience: l’esperienza dell’utente sul tuo sito è importante

Con i termini user experience si intende l’esperienza che l’utente prova durante la navigazione di un sito web o di un eCommerce.

Quando si progetta un sito web è importante farlo pensando a come i visitatori lo utilizzeranno: non tutti i navigatori si comporteranno allo stesso modo durante la navigazione, ma ognuno avrà un approccio diverso in base alle proprie esigenze. Chi in una web-agency si occupa di creare la struttura e i contenuti del sito web deve assicurarsi che gli utenti possano raggiungere il loro obiettivo con facilità sia questo la semplice ricerca di una informazione piuttosto che l’acquisto di un prodotto.

Anche quando un sito è online è necessario monitorare periodicamente la user experience, per assicurarci che la navigazione sul nostro sito sia sempre di qualità. A maggior ragione il monitoraggio è opportuno quando ci accorgiamo che ad un buon livello di visibilità non si affianca un tasso di conversione soddisfacente; il motivo per cui il sito non converte potrebbe essere causato proprio da una “cattiva” user experience con conseguenza che dobbiamo subito correre ai ripari.

D’altronde gli utenti digitali hanno sempre meno pazienza nei riguardi dei siti che non comunicano efficacemente o che sono troppo difficili da utilizzare, ce lo dicono le statistiche…

Qualche dato per capire quanto è importante la user experience di un sito web

→ Il 52% degli utenti ha dichiarato che una cattiva esperienza mobile li ha resi meno propensi a collaborare con un’azienda.

→ Gli utenti abbandonano 5 volte più spesso la navigazione di un sito non ottimizzato per i dispositivi mobili.

→ La credibilità di un sito web è data per il 75% in base alla sua estetica complessiva.

→ Il 48% degli utenti afferma di sentirsi frustrato e infastidito quando si trova a navigare su siti poco ottimizzati per i dispositivi mobili.

→ Il 40% delle persone abbandona un sito web se impiega più di 3 secondi per caricarsi.

→ Il 33% degli utenti ha dichiarato di aver abbandonato un carrello della spesa online a causa della scarsa usabilità del sito web.

User Experience

In questo scenario è facile comprendere come la user experience del navigatore sia diventata un valore sempre più importante, cui è necessario porre la massima attenzione attraverso un percorso di analisi collaudato.

Come si svolge un’analisi di user experience

Nell’analisi di user experience vengono esaminati tutti gli elementi che costituiscono il sito web: i percorsi di navigazione, la disposizione degli elementi grafici, i colori, i testi e tutte le parti che compongono il front-end del sito.

L’obiettivo è quello di individuare eventuale punti critici dell’interfaccia e proporre al cliente l’implementazione di modifiche grafiche e comunicative per migliorare l’esperienza dell’utente e massimizzare l’efficacia del sito in termini di generazione di lead, vendite ed altre azioni di valore.

Quali aspetti tenere in considerazione in un’analisi di user experience

Lo schema ad alveare di Peter Morville ci da una idea dei vari aspetti della progettazione dell’esperienza utente che devono essere tenuti in considerazione; l’usabilità seppure molto importante, è solo una delle componenti. Vediamole insieme…

Utilità: i contenuti del sito web devono essere originali, devono soddisfare un bisogno reale, in una parola devono essere “utili” all’utente.

Usabilità: l’interfaccia del sito web deve essere facile da utilizzare.

Desiderabilità: tutti gli elementi del design (immagine, identità, brand) devono richiamare nel navigatore emozioni ed apprezzamenti.

Trovabilità: i contenuti del sito devono essere trovabili, navigabili e localizzabili.

Accessibilità: i contenuti del sito devono essere raggiungibili anche da persone con disabilità.

Credibilità: gli utenti devono fidarsi e credere in ciò che leggono sul sito.

Significatività: tutti gli aspetti elencati messi insieme portano l’esperienza dell’utente ad essere di valore.

Peter Morville’s User Experience Honeycomb

Guarda il video

Vuoi valutare la user esperience del tuo sito web o del tuo eCommerce?

PRISMI, una delle più solide e affermate realtà industriali nel settore del digital marketing italiano, si rivolge a tutte le realtà imprenditoriali, dalle PMI ai grandi gruppi industriali, offrendo servizi innovativi, customizzati e integrati, progettati per sviluppare una presenza online di successo.

Affidati alla nostra esperienza, compila il form per essere contattato e fare una valutazione della usabilità del tuo sito web o del tuo eCommerce.

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