Investire nel digitale aiuta veramente le aziende ad aumentare la produzione, il fatturato e a creare occupazione?
Certamente sì, ne abbiamo conferma leggendo i dati raccolti fra gli imprenditori italiani negli ultimi anni; i dati ci aiutano a comprendere meglio come investire nel digitale possa aiutare effettivamente le imprese nella loro crescita, quali sono i benefici ottenibili e di individuare le aree dove gli imprenditori hanno maggiormente investito.
Alcuni dati dal mondo della imprenditoria giovanile
Il 72% dei giovani imprenditori italiani ha investito nel digitale, di questi il 39,4% ha investito ≤5000 €. Il 28% ammette di non aver fatto alcun investimento.
Sono più propense agli investimenti in innovazione le aziende con un numero di addetti compreso tra 50 e 250 (il 45,5% ha investito tra i 5.000 e i 50.000 euro e l’8,1% una cifra superiore ai 50.000 euro). Le imprese che hanno investito in tecnologia negli ultimi 5 anni lo hanno fatto prevalentemente al fine di adeguare le infrastrutture materiali/immateriali (87,7%); poco più della metà ha tentato di utilizzare tali investimenti per migliorare le politiche del lavoro e il welfare aziendale, attraverso, ad esempio, soluzioni di smart working (52%) e per sviluppare nuovi modelli di business (51,7%).
Gli imprenditori che hanno investito risorse nel digitale hanno riscontrato:
nel 62,2% dei casi un miglioramento significativo dei ricavi;
nel 16,8% dei casi non sono in grado di valutarne i benefici;
il 21% dichiara di non aver notato benefici.
Il miglioramento nei ricavi è stato per il:
12% delle aziende fra il +25% e il +40%;
20% delle aziende fra il +10% e il +25%.
Gli investimenti più significativi nel digitale sono rivolti a migliorare:
Comunicazione e promozione per il 45,5% delle aziende;
Processi di vendita per il 37,1% delle aziende.
Fonte dati: Digital Transformation Institute “ Innovazione come leva di crescita: il punto di vista dei giovani imprenditori ” Confcommercio 2017 .
Strumenti digitali per le PMI – L’opinione degli imprenditori
La maggioranza delle Pmi italiane ritiene che il web marketing giochi un ruolo importante per lo sviluppo del proprio business; la percentuale è cresciuta del 30% arrivando a quota 56% nel 2017.
Il 30% degli imprenditori intervistati utilizza regolarmente strumenti di Digital Marketing per la propria azienda.
Il 96% di questi imprenditori si dichiara soddisfatto dei risultati ottenuti ed è intenzionato a continuare ad utilizzarli.
Fonte DOXA – sondaggio per Groupon su 900 PMI dei settori «beauty, wellness, healtcare, turismo e ristorazione, 2013-17»
Un piccolo confronto fra marketing digitale e marketing tradizionale
Strumenti di marketing digitali:
- Una campagna di Email Marketing, un sito Web ben posizionato ed una efficace strategia di Social Media Marketing possono incidere su un terzo del fatturato aziendale.
Strumenti di marketing tradizionali:
- Il 58% delle Pmi, che hanno investito in strumenti di marketing digitale, usa ancora strumenti tradizionali per la maggior parte delle attività.
I dati ISTAT al 2017 per l’Italia
Il 63% delle aziende italiane è indifferente alla digitalizzazione. Si tratta per lo più di piccole aziende di settori tradizionali con sede al centro-sud.
Solo il 32% delle imprese arriva a una digitalizzazione media e addirittura il 5% ad un alto livello e soprattutto nei settori tecnologici.
A seconda del livello di digitalizzazione e di capitali a disposizione l’analisi ISTAT divide le aziende in 5 gruppi:
- Indifferenti (bassa digitalizzazione, capitale eterogeno).
- Sensibili vincolate (media digitalizzazione, basso capitale).
- Digitali incompiute (alta digitalizzazione, basso capitale).
- Sensibili (media digitalizzazione, medio-alto capitale).
- Digitali compiute (alta digitalizzazione, alto capitale).
Saldi occupazionali dei 5 gruppi di propensione alla trasformazione digitale, per grado di qualifica professionale – Anni 2015-2016
Un confronto diretto sull’occupazione
- Tra le imprese con almeno 10 addetti, tra il 2015 e il 2017, la maggiore propensione alla digitalizzazione si è accompagnata ad una maggiore creazione di posti di lavoro
- Nelle “Digitali Incompiute” e “Digitali Compiute” una impresa su due ha aumentato le posizioni lavorative di almeno il 3,5%. Un valore superiore alla media complessiva e oltre cinque volte superiore a quello delle “Indifferenti”.
- Per le imprese “Indifferenti” al digitale invece si associa la performance occupazionale più bassa (la creazione di posti di lavoro di questo gruppo non supera l’1%). Diventa addirittura negativa (-0,5%), nel caso delle imprese di maggiori dimensioni.
Fonte – Elaborazione dati ISTAT – Rapporto sulla competitività dei settori produttivi – Edizione 2018
Un confronto diretto sulla produzione
Secondo il presidente dell’Istat, Giorgio Alleva “Solo il 3% delle imprese italiane ha operato in modo compiuto la transizione digitale” mentre “ben il 63% si dice indifferente” ai vantaggi dell’innovazione.
Le medie imprese innovatrici “forti” presentano livelli medi di produttività superiori a quelli delle grandi imprese non innovatrici o innovatrici “soft”.
A dimostrazione dell’utilità della digitalizzazione, Alleva ha sottolineato che “la produttività aumenta all’aumentare della sensibilità nei confronti del ruolo svolto dalla trasformazione digitale”.
Nel terziario questo effetto è ancora più evidente: la condizione di innovatore (soft o forte) si accompagna a livelli di produttività sistematicamente più elevati di quelli delle imprese non innovatrici di dimensioni superiori.
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