Per chi si occupa di ottimizzazione organica short tail e long tail sono espressioni di uso comune che descrivono una scelta strategica ben definita.
Sempre in bilico fra genericità, specificità, alti volumi di ricerca o query di nicchia, come ci si destreggia nella scelta delle keyword per intraprendere un percorso di successo?
Partiamo da qualche definizione.
Sogni di realizzare il tuo progetto digitale?
Le keyword e la loro selezione
Prima di tutto: la scelta delle parole chiave è alla base di qualsiasi strategia SEO. Lo Specialista dell’ottimizzazione dei contenuti “in organica” sa bene che prima di tutto è importante indagare la loro diffusione, competitività e, soprattutto, quanto esse siano incluse (e come) nelle query di ricerca dell’utente, comprendendone il reale intento.
Ed eccola lì, la piramide keyword: si chiama così quell’elaborato prodotto dal SEO Specialist che analizza i volumi di ricerca che la singola parola chiave genera. I volumi generano una sorta di “classifica” fra le keyword più utilizzate, ed esse dovrebbero poi essere suddivise per macro-temi, anche secondo criteri semantici, a seconda del Search Intent.
Non che sia facilissimo, eh, ma senza piramide keyword non si può proprio cominciare. Ma questa è un’altra storia.
Long Tail e Short Tail: le differenze
Prima di tutto, capiamo bene a che cosa ci si riferisce con “coda lunga” o “coda corta”:
- Le keyword a coda lunga sono effettivamente più lunghe, contengono più parole e dunque riescono a essere più descrittive e specifiche. Solitamente, proprio perché offrono più spazio, contengono l’indicazione geografica di un’attività, oppure il colore di un oggetto, oppure la destinazione d’uso di un articolo. Qualche esempio potrebbe essere “parrucchiere per donna a Legnano”, “scarpe con il tacco rosse” oppure “passeggino doppio per gemelli”.
- Le keyword a coda corta esprimono concetti in meno spazio, poiché la stringa solitamente contiene una o due parole. Va da sé che descrivono concetti, prodotti o servizi molto più ampi, poiché non possono – quasi sempre volutamente – approfondire. Alcuni esempi sono “Abbigliamento uomo”, “Ristorante cinese” oppure “Scarpe bimbo”.
Quale tipologia di keyword è meglio utilizzare?
Come spesso accade nel settore digital, la risposta è dipende. In realtà a volte non è nemmeno necessario scegliere, poiché potrebbe essere opportuno attuare una strategia che combini entrambe le declinazioni delle parole chiave.
Questo perché entrambi i casi presentano dei pro e dei contro e andrebbero dunque combinate in funzione degli obiettivi di business.
Ecco quello che dovresti tenere in considerazione:
- Volumi di ricerca: le keyword a coda corta generano un volume di ricerca maggiore, proprio perché racchiudono concetti più ampi. Digitando “abbigliamento donna” nella search bar di Google, oggi compaiono circa 771 milioni di risultati. Se invece si cerca “abbigliamento donna bari” vengono restituiti 36,5 milioni di risultati. E ancora, con “abbigliamento estivo donna bari” ne compaiono 316 mila. Più si diventa specifici, minori sono i risultati di ricerca ottenuti.
- Competitività: più sei generico, più c’è competizione. Più sei specifico, meno c’è competizione. Non è però detto che posizionarsi con keyword più circoscritte sia sbagliato. Tutto dipende da quel che fai e dagli obiettivi che ti poni. Per esempio, se dirigi un’impresa con una forte connotazione locale e non hai mire espansionistiche, ha più senso concentrarsi su un obiettivo più specifico, concreto e raggiungibile.
- Fattore tempo: posizionare il proprio contenuto dove c’è meno competizione è più semplice, ma la risonanza è minore, certo. Ma vale il discorso di cui sopra: se vuoi essere visibile a livello locale, perché disperdere risorse per posizionarti dove non serve?
Ma parliamo di advertising
Ovviamente le keyword sono anche alla base della strategia di molte attività di advertising, come le campagne Google. In questo caso, il tema della competitività si traduce anche in un tema di costi pubblicitari: maggiore è il volume di ricerca che la keyword genera, maggiore sarà anche la competizione che genera, maggiore sarà il suo costo.
Ancora una volta, non esiste una strada giusta e una sbagliata:
- se la tua necessità è quella di rivolgerti a un pubblico più ampio per interessi, geografia, età, etc. allora dovresti considerare una strategia basata su keyword più generiche, che abbracciano molteplici concetti o aree semantiche. Dovrai però tenere in considerazione che l’effort economico richiesto sarà più oneroso e posizionarti fra i primi risultati sarà più complicato.
- Viceversa, se puoi trovare una comfort zone in una nicchia più specifica, rivolgendoti a un target di utenti più profilato, allora potrai investire il tuo budget in una strategia di advertising basata su keyword a coda lunga, più specifiche e quindi meno costose.
Tieni sempre a mente questo, però: diversamente dall’attività di ottimizzazione dei contenuti in organica, l’advertising porta risultato solo nel momento in cui investi in esso e smette di farlo non appena il tuo budget sarà esaurito. Questo significa che potresti optare per un modello multicanale nel quale utilizzare entrambe le tipologie di keyword, attivando ad esempio un’azione di advertising solo in alcuni periodi dell’anno, e lasciando che l’ottimizzazione organica lavori per te in continuità.
Vorresti conoscere qualcosa di più sulla Lead Generation che sfrutta l’attività di advertising? Ne abbiamo parlato qui.
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